Facecul ha scritto sulla sua cazzo di bacheca:

ho i coglioni girati
la definirei informazione fuori moda



(ANSA) – PECHINO, 27 FEB – Un monaco tibetano si e’ dato fuoco nella provincia del Sichuan a un anno dalle proteste soffocate nel sangue dalle autorita’ cinesi. Lo riferisce il gruppo di attivisti Free Tibet Campaign. Il monaco si e’ immolato dopo essere uscito dal monastero di Kirti, nella contea di Aba, nella Cina occidentale, teatro nel marzo dell’anno scoro di manifestazioni pro-indipendentiste. Con se’ aveva una bandiera tibetana con la foto della guida spirituale in esilio, il Dalai Lama.

“… perché un uomo che si bagna di benzina e poi accende un fiammifero e poi si dà fuoco, un uomo che si lascia bruciare senza un grido e senza un pentimento, un uomo che fa questo per motivi ideali non per scontenti personali, ecco: a mio parere quell’uomo è un eroe. E lo è quanto un vietcong, un soldato in trincea.
Io chiamavo eroi gli astronauti. Ma che eroismo ci vuole a sbarcare sulla Luna con un margine di sicurezza del novantanove virgola nonvantanove per cento, con una astronave collaudata fino all’ultimo bullone, seguita senza senza sosta da migliaia di tecnici, scienziati, strumenti infallibili pronti a venire in tuo aiuto? E se va male lo stesso, se sulla Luna ci muori, che eroismo ci vuole a morire dinanzi agli occhi del mondo, mentre tutto il mondo ti ammira e ti esalta e piange per te? No: l’eroismo, lo capisco qui, non è il vostro, amici astronauti. E’ quello del vietcong che va a ammazzare e farsi ammazzare, scalzo, in nome di un sogno. E’ quello di un soldato che crepa solo come un cane in un bosco, mentre va all’assalto di una collina di cui non gli importa nulla. E’ quello di una ragazza o di un bonzo che si danno alle fiamme rischiando di essere ridicolizzati con un estintore”.

Oriana Fallaci, Niente e così sia, Rizzoli, 1969, p.79


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